Lecce - 16 Mar 2023

“Voci in capitolo”, la personale di Mirco Marchelli alla Fondazione Biscozzi|Rimbaud


Spazio Aperto Salento

“I giovani artisti d’oggi non hanno più bisogno di dire sono un pittore o un poeta o un ballerino. Sono semplicemente artisti. Tutta la vita è aperta a loro” aveva già prontamente intuito Allan Kaprow nel saggio del 1958. Un concetto, il suo, indubbiamente storicizzato ma che valutiamo ancora oggi estremamente attuale e vicino se consideriamo la commistione tra linguaggio visivo e musicale che articola Voci in capitolo, la personale di Mirco Marchelli curata da Paolo Bolpagni e Giovanni Battista Martini.

Prosegue coerentemente la scelta della Fondazione Biscozzi|Rimbaud di accompagnare al robusto nucleo di opere in esposizione permanente, visitabili al primo piano, un programma di mostre temporanee allestite al pianterreno. Dopo le passate personali di Angelo Savelli, Salvatore Sava e Grazia Varisco, è ora in corso la mostra dell’artista e compositore novese (esposizione fino al 2 luglio 2023).

Classe 1963, Marchelli si forma dapprima come musicista. A partire dalla metà degli anni Novanta, parallelamente alla sua professione di compositore, avvia le prime sperimentazione nell’ambito dell’arte visiva riscontrando presto il favore della critica.

Voci in capitolo è un progetto espositivo concepito espressamente per la Fondazione leccese, composto da una compatta serie di 18 pezzi polimaterici dalla superficie spessa e densa di colori ma misurata. Le opere, meticolosamente suddivise nelle tre sale, presentano la medesima forma di quadrato con angoli arrotondati dalle dimensioni di 42 x 42 centimetri.

In una mostra in cui nulla è lasciato al caso, vale la pena ricordare l’aneddoto fortuito che ha condotto l’artista al recupero di queste tavole di legno, prima che venissero smaltite presso una fabbrica di ceramiche. Conservate per diversi anni sono state, per l’occasione, oggetto di indagini sulla forma, sulle connotazioni cromatiche, sull’utilizzo di materiali stimolanti e d’uso comune: tessuto, cemento, gesso, cera d’api, carta, cuoio. È da questi objet trouvé che avvia i suoi interventi di carattere estetico “avrei anche potuto mettermi a tagliare supporti tutti dello stesso formato, ma non avrebbe avuto lo stesso significato, perché il mio lavoro prevede un qualcosa che già esiste”, ha spiegato l’artista nell’intervista riportata nel catalogo a corredo della mostra. La ricerca di un percorso armonico tra vecchio e nuovo è, dunque, un aspetto centrale che caratterizza tutta la sua produzione visiva e musicale.

Non stupisce, pertanto, che partendo da una riflessione sul musicista tardo cinquecentesco Gesualdo da Venosa, Marchelli abbia composto un brano costituito da tre parti distinte con altrettanti madrigali, a sei voci miste maschili e femminili (tenore, baritono, basso, soprano, mezzosoprano e contralto) che corrispondono alle opere esposte nelle sale. La base musicale è accompagnata da alcuni estratti dello scrittore e drammaturgo genovese Edoardo Sanguineti.

Nelle stanze riecheggiano tutte le voci ma con una centralità volutamente differente, “in una magari è centrale il tenore, in un’altra il contralto” ha spiegato l’artista nel catalogo, è tuttavia fondamentale che la somma di queste mantenga ordine e armonia.

Ai differenti timbri vocali corrispondono determinate specificità estetiche e cromatiche proprie delle opere esposte “mentre per i tenori ho inciso e per i baritoni ho incollato e assemblato, per i bassi ho dipinto” ha chiarito Mirco Marchelli, ribadendo la sua volontà di mettere in scena una “rappresentazione vocale”.

Una sovrapposizione di rombi, forme geometriche pure e bidimensionali si osservano nella tavola del Contralto esposta nella prima sala. Giocata sulle tenui tonalità del beige è l’opera dedicata alla voce del Tenore, costituita da piccoli triangoli dal vertice interrotto organizzati su quattro diversi registri. Si distingue il Baritono dalla superficie a più colori con modulo a mo’ di foglia stilizzata che si ripete invertendo, più volte, il proprio orientamento.

Nella seconda sala, di certo interesse è il Contralto su cui l’artista è intervenuto con porzioni di tessuto dal rosso al più concentrato bordeaux. Curioso l’inserimento all’estremità superiore del supporto, di tre piccole pietre colorate quasi a coronare il pezzo. È necessario calare tale scelta nel più vasto contesto di rimandi numerici attentamente elaborati dall’artista, non è un caso, d’altronde, che siano unicamente tre le opere dotate di questi elementi aggiuntivi.

Nelle sue indagini estetiche, Mirco Marchelli non trascura i giochi ottici ottenuti dall’accostamento di più figure geometriche e dalla predilezione di colori in netto contrasto tra di loro come il bianco e il nero, con l’aggiunta del grigio, attraverso il quale l’artista ha ottenuto un effetto ottico quasi tridimensionale. Peculiarità che interessa più nello specifico la tavola dedicata alla voce del Basso nell’ultima sala.

Un lavoro complesso e impegnativo quello dell’artista-compositore che non limita il brano a mero piacere di sottofondo per i visitatori, né tantomeno costringe le opere ad una funzione descrittiva o ad una tramutazione grafica del suono. Con “l’opera totale” di Mirco Marchelli, per utilizzare l’espressione del co-curatore Paolo Bolpagni, arte e musica godono della propria autonomia pur essendo in perfetto equilibro tra loro.

Alessia Brescia
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Foto in alto: Mirco Marchelli, Voci in capitolo. Allestimento seconda sala

 

M. Marchelli, Voci in capitolo. Basso, 2022-23, opera polimaterica, 42×42

M. Marchelli, Voci in capitolo. Contralto, 2022-23, opera polimaterica, 42×42

M. Marchelli, Voci in capitolo. Contralto, 2022-23, opera polimaterica, 42×42

M. Marchelli, Voci in capitolo. Tenore, 2022-23, opera polimaterica, 42×42

M. Marchelli, Voci in capitolo. Tenore, 2022-23, opera polimaterica, 42×42

M. Marchelli, Voci in capitolo. Baritono (a dx) Basso (a sin.). Allestimento terza sala