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Salento - 19 Ago 2022

Marina di Novaglie, il panorama mozzafiato che ha incantato i “Vip”

“Lo scalo”, negli anni meta di David Gilmour, Francis Ford Coppola, Kate Moss, Albano, Giuliano Sangiorgi, Tom Yorke e tanti altri


Spazio Aperto Salento

Tutti insieme fanno Cannes e pure una piccola “Notte delle stelle” di Hollywood. Sono i Vip, soprattutto del mondo dello spettacolo e della moda, che dal 2001, anno del “passaggio” del mitico chitarrista dei Pink Floyd, David Gilmour, hanno illuminato le chianche del ristorante “Lo Scalo” di Marina di Novaglie. Per godere del panorama mozzafiato fatto di piccole insenature rocciose circondate dal mare verde smeraldo, e della romantica ambientazione fatta di gerani che spuntano dalle fioriere di tufo e dalle capase smaltate sistemate negli angoli come fossero guardiani dagli occhi dolci.

DA GILMOUR A KATE MOSS

Ognuno nel proprio campo, sono tutti numeri 1. Il regista di origini lucane Francis Ford Coppola approdato nel 2003; la super modella britannica Kate Moss nel 2019; i cantanti Albano e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro; il frontman del gruppo rock Radiohead, Tom Yorke, che amava pranzare alle 16.30 quando la sala era vuota; l’attore di origini calabresi Stanley Tucci, che oggi per l’americana Cnn, cura la rubrica di enogastronomia “Searching for Italy”, con una puntata già dedicata alla Puglia.

E tanti, tanti altri, che per l’affidabilità ormai conclamata del ristorante dove il pesce, freschissimo, viene cucinato subito dopo essere stato tirato in superficie dai pescatori di Castro, Tricase e Leuca, giungono anche “mandati” dalle strutture ricettive luxury del Barese, della Valle d’Itria e della provincia di Brindisi. Dagli attori Gerard Depardieau, Jude Law, Riccardo Scamarcio e Diego Abatantuono, al regista Sergio Castellitto, passando per il musicista Vinicio Capossela ed il cantante Ermal Meta. Per non dire dei clienti blasonati, dei finanzieri e degli imprenditori dai nomi sconosciuti ma con proprietà in tutto il mondo e rimesse bancarie da capogiro. Ma il Vip che più di ogni altro ha lasciato il segno a “Lo Scalo”, è l’autore di “Wish you were here” e mille altri intramontabili successi targati Pink Floyd.

LA VACANZA DELL’ICONA DEL ROCK

“Se i proprietari della villetta qui accanto al nostro ristorante avessero accettato di venderla, oggi Gilmour sarebbe ancora qui, e magari avrebbe composto qualcuno dei suoi bellissimi pezzi proprio a Marina di Novaglie”. Pippi Longo, il patron de “Lo Scalo” con un passato di cuoco di prim’ordine sulle navi della Flotta Lauro, ci racconta che il chitarrista del leggendario gruppo inglese, giunse a Novaglie a Pasqua del 2001, su consiglio dell’amico scrittore Giovanni Mastrangelo, conosciuto in una clinica romana dove entrambi aspettavano che le rispettive compagne partorissero un figlio. “Era in cerca di un posto di mare isolato, tranquillo, lontano da tutti, e quel suo amico, che evidentemente conosceva il Capo di Leuca, gli indicò proprio questo”, continua mentre sognante, guarda il “suo” mare appena appena increspato. E aggiunge: “Prese in affitto una villetta con tutti i confort, e si insediò con la famiglia al seguito. Per pranzare e cenare, ovviamente, non poteva che venire qui da noi”.

La famiglia Longo-Nicolì de “Lo Scalo”

“Io sapevo chi fosse – sottolinea – conoscevo i Pink Floyd e tutti i loro successi, ma per farlo stare tranquillo, non lo dissi né ai miei figli, Cesare ed Agostino, e neppure a mia moglie Maria (Maria Nicolì, tutti di Corsano). Sono convinto che il chitarrista lo avesse capito, e in effetti, oltre a farsi vedere ogni giorno, come un turista qualsiasi, si aggirava in ogni angolo del locale. Lo accoglievo con la musica di Bob Marley che mi aveva chiesto il primo giorno, e scattava foto a non finire, senza che io gliene chiedessi in cambio neppure una. Bazzicava spesso anche in cucina, perché gli piacevano i capperi ed i vini Rosa del Golfo e Bolina”. La storia che seguì, determinò comunque la fine anticipata della vacanza del primo vero grande Vip che abbia sceso i gradini che immettono nell’elegante e sobria cornice de “Lo Scalo”.  Un incidente d’auto a San Gregorio, lo convinse a fare i bagagli. Non per l’incidente in sé, ma per le conseguenze connesse alla sua identità, che a causa degli obblighi di legge, fu costretto a rivelare. Nel volgere di poche ore dopo l’imprevisto, a Novaglie cominciarono a farsi vedere i primi curiosi in cerca di foto, autografi e quant’altro, e per questo David Gilmour fece le valigie, senza fare più ritorno nella bella Marina.

“Il riserbo di mio padre servì comunque a farlo stare nella nostra Novaglie per una decina di giorni”, aggiunge Cesare Longo, che ha preso il nome dal nonno Cesarino, primo proprietario dell’ormai noto ristorante, che nel 1968 quando aprì i battenti, si chiamava “Lo Scalo da Cesarino”. “E con il senno di poi – continua – devo dire che forse fece bene a sparire prima di essere letteralmente sommerso dai fans. Non ci crederà, ma continuarono a venire anche quando la sua partenza fu per così dire ufficializzata. Nell’inutile attesa di vederlo sbucare da qualche parte, oltre a chiedere come fosse fatto, quant’era alto ed altre sciocchezze, c’era pure chi era pronto a pagare per portarsi a casa le posate con le quali aveva mangiato, e persino la sedia sulla quale si era seduto”.

Toti Bellone
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: dalla discesa de “Lo Scalo” un suggestivo scorcio di mare (© T.B.)

 

Marina di Novaglie vista dal terrazzo del ritrovo dei Vip (© T.B.)

Mare verde smeraldo nelle insenature di Marina di Novaglie (© T.B.)