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Lecce - 02 Set 2021

“La notte dei Poeti”, i versi di Antonio Verri nella magica atmosfera dell’anfiteatro di Rudiae


Spazio Aperto Salento

In Redazione entrava alla spicciolata. Sempre di sera. Silenzioso, discreto. Ti fissava col suo occhio strabico, e se ne andava così com’era venuto. Solo con un “buonasera”. Antonio Leonardo Verri da Caprarica di Lecce, poeta, scrittore, giornalista, agitatore culturale – come avrei poi letto da qualche parte – lasciava sempre a me la copia del suo “Pensionante de’ Saraceni”. Un giornale di colore giallo, che non era un vero giornale, e neppure una rivista, nel quale trovavi poesie ed altri scritti, anche non suoi. Lo mettevo da parte per leggerlo nel tempo libero. E qualche volta l’ho pure fatto, ma non come avrei dovuto, io che mi compiacevo di apprezzarla, la poesia, e con essa la scrittura, che già praticavo, e non solo in Redazione.

Ciò che ho avuto modo di leggere, dai “Pensionante”, mi colpiva per la mancanza di punteggiatura. Un vezzo? Un bisogno di originalità? Poco importa. Quella “trovata” – se di “trovata” s’è trattato – è servita per collocare Verri fra i miei autori locali preferiti. Ben prima che un dannato incidente d’auto se lo portasse via, nel 1993, a soli 44 anni.

Il volto e sprazzi delle sue opere, li ho ritrovati in una calda serata di fine agosto, nella magica atmosfera dell’anfiteatro romano di Rudiae. Una serata intitolata “La notte dei Poeti” (ottava edizione), organizzata dal direttore artistico di “Astragali Teatro”, Fabio Tolledi, e dal docente universitario Simone Giorgino, nell’ambito di “Arca di pace”, il Progetto del Centro italiano dell’International Theatre Institute-Unesco, col sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia, Comuni di Lecce e San Cesario, Università del Salento e la collaborazione di Arva Srl.

Comincia Rocco De Santis, figlio di Cesarino da Sternatìa, prezioso collaboratore del dizionario dei dialetti salentini di Gerhard  Rolfhs (1892-1986). Accompagnandosi con la chitarra, legge, anzi, canta, dal primo lavoro verriano, come altri legato al territorio, “Il pane sotto la neve”, e non ha problemi a confessare: “Dei suoi versi ho capito poco, ma mi hanno suscitato… visioni”. E conclude: “É questa la poesia di Verri”.

Le foto in bianco e nero di Fernando Bevilacqua, ci regalano immagini, anche inedite, del poeta. Ce ne sono, fra le altre, potenti e nostalgiche, col pittore Edoardo De Candia (1933-1992), la scrittrice Rina Durante (1928-2004) ed il professore Ennio Bonea (1924-2006), dei quali conservo: un disegno fatto con poche linee e tre soli colori, la recensione su “Paese Nuovo” della raccolta di racconti brevi “Barchette di carta” ed una lezione privata di giornalismo nei corridoi dell’Ateneo.

All’affiorare della rabbia, pur a distanza di quasi trent’anni, per quella morte prematura, provvede a strapparci la voce, unica nel suo genere, del leader dei Mascarimirì, Claudio Cavallo. Grazie al sapiente uso del computer, l’atmosfera, a tratti orientaleggiante, si fa suggestiva – mentre Tolledi e Giorgino continuano a leggere di Verri -, contribuendo a rendere ancora più magico l’antico luogo nel quale ci troviamo.

Sottolineato dal pianoforte di Mauro Tre, è il momento buono per guardarci attorno: molti, che Verri hanno conosciuto, sono gli spettatori. E ci accorgiamo pure, che la mano intenta a disegnare in diretta sul foglio proiettato sullo schermo gigante alle spalle del palco, è di Lucio Conversano. Che di Verri ha illustrato “La Betissa”, il più sperimentale dei lavori di uno dei maggiori rappresentati dell’Avanguardia Meridionale degli Anni Settanta ed Ottanta.

Non scriveva poesia di “passeggio” o di “paesaggio”, Verri, e di ciò offre un saggio l’artista Piero Rapanà, allorché declama da “La cultura del Tao”, preceduto e seguito dall’attrice Roberta Quarta, che recita da “Il naviglio innocente” e da un testo del 1988 sul pittore De Candia.

“Come De Candia a Lecce ed il pittore e scultore Ezechiele Leandro (1905-1981) a San Cesario – commenta ironicamente Tolledi – a Caprarica, Verri era considerato lo scemo del villaggio”. Non aggiunge altro, l’infaticabile promotore di cultura, ma è chiaro che avrebbe voluto aggiungere – e noi ed il pubblico con lui – : “Ce  ne fossero, di scemi come loro!”.

Toti Bellone
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LE OPERE DI VERRI. Il pane sotto la neve… più altro pane, 1984; Il fabbricante d’armonia Antonio Galateo, 1985; La cultura del Tao, 1986; La Betissa, saga composita dell’uomo dei Curli e di una grassa signora, 1988; I trofei della città di Giusnes, 1988; E per cuore una sola vocale, 1990; Il naviglio innocente, 1990; Ballyhoo Ballyhoo, 1990; Bucherer l’orologiaio, 1995 (postumo).

PERIODICI FONDATI E DIRETTI.  Caffè Greco, 1977; Pensionante de’ Saraceni, 1982; On board, 1990; Quotidiano dei poeti, 1991; Titivillus, 1992; Declaro, 1993.

LA CURIOSITÀ. Su Antonio Leonardo Verri, esiste un’interessante tesi di laurea, scritta da Irene Bevilacqua, figlia del fotografo Fernando, che dell’eclettico artista fu caro e fraterno amico. Fra l’altro, nel lavoro, si ricorda che Verri istituì, nel 1993 a Cursi, il Fondo internazionale contemporaneo “Pensionante de’ Saraceni”, ed i volantinaggi, nei pressi delle sedi universitarie leccesi, durante i quali, fedele al proprio manifesto poetico, invitava chi lo ascoltava a “fare fogli di poesia ed a venderli per pochi soldi”.

LE ANTICIPAZIONI. L’artista Piero Rapanà, annuncia che a ottobre 2021, nei locali del Fondo Verri, nato a Lecce venticinque anni fa proprio per ricordare e promuovere l’opera di Antonio L. Verri, nell’ambito di un più ampio programma che coinvolgerà il Museo “Sigismondo Castromediano”, il “Convitto Palmieri” sede del Polo biblio-museale, e le scuole, il poeta, scrittore, giornalista ed agitatore culturale di Caprarica, verrà celebrato in una mostra ed in altre iniziative collaterali.

A fine settembre, invece, lo stesso Fondo Verri si farà promotore dell’antologia delle opere maggiori di un altro poeta salentino da non dimenticare, Angelo Lippo di Taranto (1939-2011), definito dallo scrittore Raffaele Nigro “Il maggior poeta dell’ultimo Novecento Tarantino”.

 

Foto in alto: I protagonisti de “La notte dei poeti” sul palco allestito nell’antico anfiteatro di  Rudiae

 

Il poeta Antonio Verri (Foto di Fernando Bevilacqua)