Cultura - 24 Ago 2021

Le “Spigolature ventennali” di Peppino Martina

Il libro del poeta-scrittore di Arnesano, docente in pensione di Disegno e Storia dell’arte


Spazio Aperto Salento

“Spigolature ventennali”. Non è un libro destinato a edicole e librerie, ma un insieme di fogli rilegato con cura e stampato in poche copie, neppure numerate, destinate agli amici in particolare ed agli amanti della scrittura in generale.

A noi che apparteniamo ad entrambe le categorie, lo offre l’autore, Peppino Martina di Arnesano, docente in pensione di disegno e storia dell’arte allo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Maglie, con alle spalle studi umanistici e frequentazioni degli ambienti culturali a Milano-Brera, Bologna per studiare incisione col maestro Manfredi, allievo di Morandi, a Roma dove con Monachesi partecipa, primo fra i pugliesi, al movimento nazionale “Agrà”, ed a Firenze dove con Carlo Guido si interessa di restauro, grafica ed architettura d’ambiente.

“Spigolature ventennali” raccoglie dieci poesie presentate nel 1988 in occasione di una manifestazione culturale promossa dal Centro studi Orsa Maggiore di Castro, diretto e presieduto dal giornalista Ninì Ciccarese con la preziosa collaborazione dell’onorevole Francesco Rausa, più altre dieci presentate vent’anni dopo, nel 2008, al Circolo Nautico “Frisullo” di Santa Cesarea Terme.

Durante la sua vita, Peppino Martina ha soggiornato anche a Parigi, Montpellier, Bon e La Valletta, ma scrive soprattutto in vernacolo, e sin dalle prime battute, specie in “Zinzulusa”, “‘Ngannandu lu tiempu” e “Natale a Leuca”, si avverte la musicalità del verso, che non è mai banale ma, anzi, intriso di sentimento e passione.

L’intento del poeta-scrittore è di conservare memoria e ricordi, ed in quest’ambito ci sentiamo di annoverare le liriche-dedica, pure queste in vernacolo, “A Francesco Rausa, incessantemente fraterno” e “Allu Titu Schipa”, e le due in lingua “A Franco Frisullo” e “A Mario Signore, al tuo tempo, al tempo dei tuoi 65 anni”.

La raccolta si chiude col capitolo “Amenità scolastiche” (due scritti “Li piccati cu lu Blasi” e “Giovanni De Gennaro”, segretario dell’istituto “Deledda”, e l’appendice “Dicono di lui”: sette note firmate da Giorgio Cretì (Il Rosone, Milano, 1990); monsignore Antonio Antonaci (Otranto, 1978); Francesco Rausa  (Vita e letteratura, In difesa del Novecento, Lecce, 1994); Donato Valli (Salone Opel, Parabita, 1970); Ninì Ciccarese (Dieci all’Orsa Maggiore, 1988); Paola Pisanello ((Nota critica, Lecce, 2002), e Rohlfs (Centro studi Orsa Maggiore, Castro, 1988).

Oltre a non aver mai abbandonato la scrittura, a più di ottant’anni d’età, Peppino Martina continua ad essere avido di conoscenza, non solo letteraria, che ad ogni occasione alimenta con  convegni, conferenze, incontri (Fra gli altri, “apre” le serate del cartellone “Ultimi, scavare le parole, la musica, l’arte”, dell’associazione “Ritorno alla Terra” dell’animatore culturale Vito Antonio Pati), e soprattutto con il contatto coi giovani, che di recente lo ha portato a prestarsi per gli esperimenti dell’imprevedibile Radio Tosunian degli studenti Filippo Caniato (Lecce), Gaia De Luca (Miggiano), Marco Saracino (Lecce), Nathan de Pas Habib (Milano) e Francesco Stabili (Lecce).

Toti Bellone
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: Peppino Martina

 

L’essenziale copertina della raccolta

Rassegna “Ultimi, Il poeta-scrittore presenta il cantautore McFly