Vino - 30 Ott 2021

Nel giorno del Novello, il bilancio della vendemmia 2021: un’annata da ricordare per la qualità e l’integrità delle uve

Gli operatori: “Avremo vini rossi dotati di ottima struttura, capaci di durare nel tempo”


Spazio Aperto Salento

Nella giornata dell’immissione al consumo del vino Novello, stabilita dalla normativa per oggi 30 ottobre, è ormai tempo di tracciare un bilancio pressoché definitivo della vendemmia  2021. Un’annata che,  secondo gli operatori,  sarà ricordata soprattutto per la qualità e per l’integrità delle uve, ma anche per la grande vivacità del mercato. Anche dal punto di vista della quantità, tutto sommato la vendemmia 2021 non ha fatto registrare grosse differenze rispetto al 2020.

Secondo le stime diffuse dall’Unione Italiana Vini, dall’Ismea e da Assoenologi all’inizio del periodo clou vendemmiale, ovvero intorno alla prima decade di settembre, la media produttiva pugliese farebbe registrare un decremento pari a circa – 5%, per un totale di vino e mosto intorno agli 8.550.000 ettolitri. Un dato, quest’ultimo, che confermerebbe la Puglia al secondo posto in Italia, dopo il Veneto che avrebbe un dato produttivo complessivo di circa 10.800.000 ettolitri.

Nel Salento, come nel resto della lunghissima Puglia, il dato quantitativo ovviamente non poteva, e non può, essere omogeneo. Nel Leccese, ad esempio, sono risultate aree (dove nel periodo estivo non si sono registrate grandinate) con notevoli incrementi produttivi, anche fino ad oltre il 25% rispetto al 2020.

«È stata un’ottima vendemmia – spiega Damiano Reale, presidente del Consorzio di Tutela della Doc Salice Salentino – per molti versi unica. L’uva, sana e maturata con calma, è risultata ricca di zuccheri e di ottima qualità. Anche le uve bianche hanno presentato ottimi profumi e colorazione un po’ particolari per il nostro territorio. La siccità che tanto era stata temuta, non ha deteriorato la qualità dell’uva. I vini rossi, pertanto, saranno di buona qualità e capaci di durare nel tempo. Alla luce di queste prospettive importanti per i vini Negroamaro e Primitivo e della forte richiesta internazionale di queste tipologie di vino, durante la fase vendemmiale c’è stato un mercato molto attivo con aumenti dei prezzi delle uve e di conseguenza dei primi vini che si cominciano a commercializzare. Il novello è il primo ad entrare in commercio».

«Da poco – afferma Ennio Cagnazzo, enologo e direttore tecnico della cooperativa “Vecchia Torre” di Leverano – si è conclusa la vendemmia 2021, posticipata di circa 10 giorni rispetto al 2020 e caratterizzata da uve perfettamente sane, anche se con una gradazione zuccherina inferiore di circa mezzo grado rispetto allo scorso anno. Una falsa partenza in primavera aveva creato qualche problema (soprattutto per le varietà precoci) per le gelate di aprile. Successivamente, grazie anche alle condizioni climatiche favorevoli, si sono ottenuti ottimi risultati, anche dal punto di vista quantitativo, con un incremento della produzione di oltre il 25% rispetto al 2020».

«Il 14 ottobre – aggiunge Piernicola Leone de Castris, titolare dell’omonima azienda di Salice Salentino e vicepresidente del Gruppo Vini di Federvini – con gli ultimi grappoli di Negroamaro da tenuta Maiana, si è conclusa la vendemmia 2021 nella nostra azienda, che sarà ricordata come una delle più lunghe e calde mai avute. Il caldo torrido di luglio ed agosto ha messo in difficoltà sia i vitigni giovani che quelli vecchi. Nonostante tutto, si è complessivamente ottenuto un grado di maturazione ottimale ed omogeneo in tutte le tenute. Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti delle condizioni sanitarie e del potenziale polifenolico delle uve che, abbinati all’uso di macchine di ultima generazione utilizzate per la vinificazione, produrranno dei vini di qualità che, come da filosofia aziendale, mirano a esaltare il patrimonio aromatico e il carattere distintivo dei nostri vitigni autoctoni».

«La vendemmia 2021 – sottolinea Massimiliano Apollonio, proprietario della Cantina “Apollonio 1870” di Monteroni di Lecce e presidente del Movimento Turismo del Vino Puglia – sicuramente è stata un po’ atipica/fortunata in quanto, nonostante sia stata caratterizzata da una quasi totalità di assenza di trattamenti, rimarrà “storica” per l’integrità delle uve. Il tutto ha portato a fermentazioni abbastanza tranquille con vini caratterizzati da un ottimo equilibrio sensoriale-gustativo. Il Negroamaro e il Primitivo ad alberello hanno riscontrato, come sempre, le migliori performance sia di grado che di struttura. In generale comunque siamo dinanzi ad un’ottima annata sia per bianchi e rosati, per acidità importanti e Ph non troppo elevato, e sia per i rossi che si prestano anche ad affinamenti in legno. Le quantità sono state più o meno uguali all’anno scorso, con diminuzioni nelle zone colpite da grandine, come sempre a macchia di leopardo». 

«L’annata – dice Marco Mascellani – può essere considerata siccitosa. Inverno mite, risveglio vegetativo precoce e abbassamento delle temperature a fine aprile che ha sorpreso i vigneti già in germogliamento causandone “l’allessamento” da gelata primaverile. Danno subito in Salento in particolare sugli Chardonnay e su alcuni Negroamari. Primavera abbastanza calda e asciutta seguita da un giugno con 15 giorni estremamente caldi. Estate torrida e siccitosa. Queste condizioni hanno permesso di gestire la difesa fitosanitaria senza troppi problemi ma al contempo è risultato necessario intervenire con irrigazione di soccorso per evitare che la pianta andasse in stress idrico/termico. Ovviamente in queste condizioni, i terreni argillosi con maggiore capacità di ritenzione idrica hanno sofferto meno. Le bianche precoci (Chardonnay e Sauvignon), raccolte ad agosto, hanno presentato buon tenore zuccherino e buona struttura, con un’acidità un po’ più bassa della norma. La raccolta delle rosse è cominciata con circa 7-10 giorni di ritardo rispetto alla media degli ultimi anni. Il Primitivo, raccolto ad inizio settembre, si è presentato in perfette condizioni sanitarie e di maturazione; Il Negroamaro destinato alla vinificazione in rosso è stato raccolto tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Sul Susumaniello la raccolta è stata completata intorno al 10 ottobre. Il meteo favorevole di settembre (quasi assenza di precipitazioni e temperature più alte rispetto agli anni precedenti) ha permesso alle uve di Negroamaro e Susumaniello di completare la maturazione nel migliore dei modi con un perfetto allineamento tra maturità tecnologica (zuccheri-acidità) e maturità fenolica. I rossi 2021 – conclude – saranno quindi vini dotati di un’ottima struttura e con un’impostazione di equilibrio e morbidezza sin dai primi mesi dopo la vendemmia».

Ma in altre importanti aree vitivinicole della Puglia, qual è il bilancio della vendemmia appena conclusa? Giuseppe Colopi, enologo della “Agricola Manduano Winery” di Cerignola, offre un quadro dell’area Bat-Foggia.

«Parto dal presupposto – dice l’enologo Colopi – che nella mia zona vi era la previsione di un calo minimo intorno al 5%. Le previsioni fatte da noi non sono state sbagliate, anzi, per quel che mi riguarda, alla fine di agosto ho focalizzato bene ciò che sarebbe avvenuto, solo che i trasformatori non le hanno prese in considerazione. In effetti ad inizio vendemmia si sono fatti prendere dall’euforia convinti che la produzione era bassa a causa di gelate ed eventi atmosferici avuti ad aprile. Tempo sereno e soleggiato in vendemmia hanno dato possibilità agli agricoltori di mantenere il prodotto sulla pianta. Inoltre c’è stata una corsa all’acquisto di uve della nostra zona destinate ad altre aree, facendo lievitare i prezzi. Secondo le mie stime si pagava il Sangiovese ed il Primitivo ad un prezzo troppo esagerato. Anzi, a detta di qualche importatore, il prezzo pagato per le uve ad inizio vendemmia era superiore di circa 15 euro rispetto alla media europea. La vendemmia, peraltro, è stata caratterizzata dalla mancanza di manodopera locale, specializzata nel taglio delle uve, grazie al reddito di cittadinanza, e i produttori si sono dovuti a malapena accontentare di manodopera straniera, sopportando assenze ingiustificate al momento del taglio ed altri disagi che non si possono raccontare. Per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario l’uva è risultata sana e si sono ottenuti prodotti di alta qualità. L’unico neo di questa vendemmia è stata la maturazione fenolica che non è stata ottimale a causa delle elevate temperature. Grandi risultati si sono ottenuti con le uve in sovramaturazione dove la maturazione fenolica è stata portata a termine».

Rosario Faggiano
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