"Contributo" di Sandro Greco pubblicato nel 1998 sulla rivista “Il Salice – Quaderno della Biblioteca comunale di Salice Salentino”
Oggi, martedì 30 luglio 2024, alle ore 18.30, nella Chiesa dell’Immacolata a Salice Salentino, si sono svolti i funerali di Sandro Greco, artista salentino di spessore, apprezzato a livello nazionale. Di seguito si ripropone un significativo scritto di Greco, pubblicato sulla rivista “Il Salice – Quaderno della Biblioteca comunale di Salice Salentino” (dicembre 1998), in occasione dei settant’anni dell’artista. L’articolo-testimonianza, fra i contributi della rubrica “Spazio aperto”, fu introdotto dal poeta salicese Franco Colletta (Salice Salentino, 15 gennaio 1926 – Roma, 17 agosto 2017).
Su Sandro Greco, Colletta fra l’altro scrisse: “Un artista versatile, conosciuto e apprezzato per la sua vasta produzione ed esposizione delle opere, nelle mostre e nelle gallerie delle città di mezzo mondo. La critica attenta e severa ha riconosciuto l’autenticità della sua multiforme attività, che ha contribuito alla crescita culturale della società del nostro tempo”.
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La moda nell’arte, come in tanti altri campi, è inevitabile, ma è dannoso cercare di essere alla moda a tutti i costi. Il desiderio di essere all’avanguardia non ha niente a che fare con le cose che un artista dovrebbe cercare di creare.
Da tempo non amo più l’avanguardia artistica, perché essendo stata mercificata, ha perduto la sua originalità, il suo estro, il suo significato e quindi è diventata spettacolo, arredamento; per cui è una avanguardia artificiale e come tale non ha più anima.
Invece amo sempre più l’arte, come l’amano e l’hanno amata gli artisti puri, piccoli o grandi (non ha importanza), e questo mi permette di realizzare un rapporto biunivoco con il mondo circostante attraverso l’esperienza dei dati di fatto sviluppati dalla mia immaginazione.
Ebbene in questo mondo io trovo “il mio mondo” che è quello di scoprire relazioni, ordine, armonia e che mi consente di vedere questo benedetto mondo come un sistema eterogeneo nel quale con il “proprio io” devo cercare di adattarmi e di far adattare le cose a me stesso senza fare il moralista o il pedante, ma con un puro e semplice entusiasmo e con una immensa gioia di vivere sapendo di recitare sul nostro pianeta una piccolissima parte evanescente.
Nella storia dell’arte contemporanea gli artisti Calder, Melotti e Mirò sono stati, secondo me, i più autentici ed espliciti e poiché li stimo sopra tutti gli altri, pur continuando nel mio libero gioco cerco di seguire, con molta umiltà, le loro orme, consapevole (come scrissi nel 1980) che solo il gioco dell’artista e il gioco del bambino possono nascere e morire, costruire e distruggere con innocenza.
È molto grato, per me, seguire le loro orme, perché tutte le loro opere denotano una estrema affermazione di libertà creativa, libertà della invenzione, libertà della fantasia, perché come loro mi sento vecchio bambino, perché come loro mi sento un artigiano dell’arte che cerca di fare bene le cose che fa.
Sandro Greco
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