Vino - 11 Dic 2021

Viaggio fra le eccellenze vinicole salentine: il “Rosso” e il “Rosato” Copertino Doc


Spazio Aperto Salento

Nell’affascinante viaggio tra i profumi e i colori delle Doc dei vini salentini e pugliesi, dal confine nord della provincia di Lecce, ci spostiamo verso sud, appena sotto il capoluogo, avvicinandoci al litorale ionico della penisola, approdando in uno dei paesi più grandi e affascinanti del leccese: Copertino.

Con i suoi 23.500 abitanti, è il quarto comune tra i più popolosi della provincia, dopo il capoluogo, Nardò e Galatina. Copertino è un centro ricco di storia, arte e tradizioni, patria del celeberrimo “Santo dei voli”: San Giuseppe da Copertino (al secolo Giuseppe Maria Desa), protettore degli aviatori e degli studenti. Un frate del XVII secolo che, tra misticismo e parapsicologia, mise in crisi la Chiesa cattolica con i suoi voli. Tali “abilità” gli costarono un’accusa di truffa ed un processo davanti alla Santa Inquisizione, durante il quale, nel corso della decisiva udienza, Papa Urbano VIII lo assolse grazie alla diretta testimonianza di una inequivocabile estasi. Copertino, città ricca di storia e monumenti, chiese, palazzi nobili, archi e piazze, con un centro storico di particolare interesse, che di sviluppa in dedalo di vicoli e viuzze destando sempre curiosità e interesse, culmina nel mastodontico e monumentale castello di origine angioina, rimaneggiato e ampliato nel XVI secolo ad opera del locale architetto Evangelista Menga.

Il castello, emblema di Copertino, nell’ultimo decennio è stato protagonista della viticoltura copertinese, per volere del presidente della cantina sociale “Cupertinum” e del suo enologo, in collaborazione con la direzione del Castello. Un progetto unico nel suo genere, che restituisce vita all’antica destinazione delle parti alte delle mura e dei bastioni che, già in origine, erano coltivate a vigneto e utilizzate come giardini pensili. Il progetto, dunque, con entusiastica approvazione da parte della competente Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Lecce, ha restituito l’antica tecnica di coltivazione viticola sulla sommità del castello, con l’impianto ad alberello di una particolare ed antica varietà di Negroamaro: il “Cannellino”, un ceppo che manifesta in anticipo, rispetto al classico Negroamaro, il fenomeno dell’invaiatura e quindi della maturazione degli acini.

Copertino, oltre ad essere un centro di interesse artistico e culturale, assume primaria importanza, nel panorama salentino e pugliese, anche per la sua vocazione agricola ed in particolare per la coltivazione vinicola. Qui trovano sede importanti cantine, con produzioni rilevanti e con blasonate etichette che innalzano il nome del territorio, permettendo al Negroamaro di stagliarsi sulle vette dei più apprezzati vini italiani.

La superficie vitata di questo centro salentino, il cui territorio si estende per circa 58 km2, costituisce la maggior parte del suolo agricolo, con la coltivazione delle classiche uve salentine, Negroamaro e Malvasia, a cui si aggiungono il Montepulciano ed il Sangiovese che insieme compongono la base ampelografica per la produzione del “Copertino Doc”, denominazione riconosciuta con Dpr del 2 novembre 1976, con un disciplinare che è stato riveduto ed aggiornato più volte fino all’ultima edizione del 2014.

I vini che possono fregiarsi della denominazione “Copertino Doc”, sia in versione “Rosso” che “Rosato”, devono ottenersi con uve di Negroamaro; possono essere prodotti anche con un blend di uve, utilizzando oltre al Negroamaro, anche la Malvasia Nera (di Lecce o di Brindisi), il Montepulciano e il Sangiovese. Tali uve possono essere utilizzate insieme o in assoluto (sempre in abbinamento al Negroamaro) per un massimo del 30%. Unica eccezione è rappresentata dal Sangiovese che, in ogni caso, non deve eccedere la percentuale massima del 15%.

Il territorio di coltivazione delle uve, da impiegare per la produzione del vino che rispetti il disciplinare di produzione della “Copertino Doc”, deve essere compreso nella totalità dei comuni di Copertino, di Carmiano, di Arnesano e di Monteroni ed in alcune zone (limitrofe al confine con Copertino) dei comuni di Lequile e Galatina (nell’area di Collemeto).

Nella versione “Rosso” il Copertino può essere prodotto anche con la qualificazione “Riserva”, qualora il vino abbia un titolo alcolometrico almeno pari a 12,5% vol. e venga fatto invecchiare per almeno due anni, da conteggiarsi a partire dal primo novembre dell’anno di raccolta delle uve.

Al calice il Copertino Rosso Doc si presenta di colore rubino, con intensità diverse a seconda della composizione delle uve; nella versione “Riserva” si può apprezzare un colore più carico con riflessi aranciati. L’abbinamento gastronomico ottimale per degustare al meglio un calice di Copertino Rosso è senz’altro rappresentato dai piatti tradizionali della cucina salentina o, comunque, da cibi dal gusto deciso: formaggi a pasta dura stagionati, pezzetti di cavallo al sugo, braciole di maiale arrosto. Il rosato invece, grazie alla sua maggiore versatilità, può essere apprezzato anche in abbinamento a piatti più delicati e, persino, con pietanze a base di pesce o frutti di mare.

Mimmo Arnesano
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Centro storico di Copertino, una “banderuola” raffigurante il Santo dei voli (foto M. Arnesano)

 

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