Polittico, è il titolo della monografia di recente uscita di Salvatore Spedicato (in foto), che raccoglie una “memoria” del suo multiforme lavoro del quale è messa a fuoco specialmente l’attività dell’incisore, iniziata nel 1974 con una cartella di acqueforti ispirate da poesia di Ungaretti e presentata da Donato Valli. Ma al fine di una maggiore comprensione dell’itinerario artistico-culturale dell’artista, con le diverse facce dello stesso poliedro, non potevano non trovare spazio nel volume anche riproduzioni di sculture, disegni, scritti, frutto di un costante, lungo impegno creativo nella libertà, senza cedere con una resa incondizionata alle pressioni ideologiche e consumistiche dominanti.
Le note introduttive di Giuseppe Appella, noto storico e critico d’arte, e di Franco Perrelli, ordinario di Estetica nelle Università di Torino e di Bari, mettono in evidenza la ricerca dell’armonia e l’eleganza del ritmo nella scultura di Spedicato, tuttavia “non sottratta al confronto con i movimenti artistici internazionali e all’inquietudine dei nostri giorni” (Appella); nonché la posizione dell’artista medesimo, in estetica, “sull’asse della centralità dell’umano in relazione alla luce del divino, donde la ricerca di quel ritmo ordinato che nel suo significato originario di energia, è la scintilla della vita organizzata e della cognizione umana della forma strappata al caos” (Perrelli).
In Polittico (Editrice Salentina, dicembre 2024) inoltre si ritrova lo Spedicato che “commenta, illustra, svolge opera di educazione critica ed estetica, pedagogica e storica, segnando una linea di certezza tra le tante incertezze che pervadono il corso degli anni e il passare del tempo” (Donato Valli, dalla presentazione del libro Proposizione, Spedicato 2007). Così come si ritrova – specialmente leggendo in appendice “Spicilegio, spunti di riflesissione critica” – l’uomo, l’artista, il critico di mezzo secolo addietro, individuato da Luciano Budigna che ha scritto: “La chiarezza delle idee, la lucidità mentale, la preparazione culturale, le capacità espressive, proprio di ‘scrittura’, delle quali fornisce ampia prova lo scultore Salvatore Spedicato in alcune pagine di commento alla propria opera potrebbero agevolmente esimere da ulteriori tentativi di approssimazione critica” (in “D’Ars”, luglio 1973). (red.)
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